Stai scrivendo una memoria per l'udienza delle dieci di domattina. Hai la scrivania ingombra di carte e codici. Sei stanca. Gli occhi sono rossi. Tutti quei paragrafi in lettere minuscole ti hanno consumato la vista.
Sbirci l'orologio. È mezzanotte passata. Vorresti smettere ma non puoi. Devi assolutamente finire. Sbuffi.
Una mano si posa sulla tua spalla destra. La mia.
"Ratto, non è il momento."
"Lo so. Volevo solo chiedere se ti andava un té."
Mi fissi. Sono in pigiama, scarmigliato e scalzo.
"No, niente té." Mi regali un sorriso. "Meglio un accenno di chinotto."
Calo su di te in cerca delle tue labbra socchiuse per un bacio volante.
"Buongustaia."
La mia voce è un sibilo roco che si perde nel nulla.